Viaggio nell'Inferno di Dante
Federico Severino (primavera 1999-2001, formelle in bronzo policromo, cm 50x50)

 

Trentaquattro sculture bronzee ad altorilievo che ripercorrono la narrazione e la poesia dei trentaquattro canti dell’Inferno dantesco.

L’opera è un chiaro omaggio, ma non solo, di un artista contemporaneo ad un testo letterario quale l’Inferno dantesco. In essa infatti c’è «ammirazione per la forza del racconto plastico capace di scolpire immagini immortali e pensieri forti nel codice poetico della modernità. Ma ciò che maggiormente attrae Severino è l’eterna attualità filosofica di quell’archetipo: l’inferno, l’abisso che ha alimentato miti su miti e, con essi, il pensiero contemporaneo. Severino si è concesso una propria personale “stagione dell’inferno”, lavorando per oltre un anno all’alchimia di fuoco e materia da cui sono poi scaturiti questi singolari sviluppi e viluppi figurali, patinati e policromati per ossidazione a caldo in una gamma davvero infernale, antinaturalistica, di blu, di viola, di gialli, di rossi. Un impegno squisitamente artigianale, manuale, diuturno, speso in quel luogo di fiamma
e di sudore così prossimo all’inferno che è la fonderia; un lavoro che ha dato nuova e autonoma vita fantastica alla narrazione dell’Alighieri…». (Dal Catalogo della Mostra: Federico Severino, Viaggio nell’Inferno di Dante, Monza 2005, testo critico
a cura di Domenico Montalto, pag. 7).

L'opera è stata acquistata dalla Fondazione

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